Edifici vincolati, la prevenzione incendi non è un ostacolo
Ti è mai capitato di vedere un edificio dismesso o abbandonato ed esclamare a te stesso: “Qui ci verrebbe un bel albergo!”? È una situazione comune. E se davvero volessi investire e trasformare un fabbricato del medioevo in un business moderno?
Solitamente, gli edifici migliori da destinare al commercio o all’esercizio di struttura ricettiva, sono ubicati nei grandi centri urbani. Costruiti molto tempo addietro, sono ritenuti vincolati, dato il loro valore storico-culturale. Anche se non idonei a molte modifiche, risultano perfetti per ospitare un negozio o un hotel, proprio grazie alla loro ottimale ubicazione.
Se la ristrutturazione e l’adeguamento di per sé possano richiedere ragionevoli somme di denaro, l’iter burocratico, lungo e articolato, può rivelarsi il punto scoraggiante. Ci sono una serie di condizioni da garantire, come la sicurezza antincendio, focus di questa riflessione.
Del resto, uno dei grandi problemi incontrati nelle ristrutturazioni degli edifici vincolati è l’adeguamento ai fini della prevenzione incendi, che richiede l’assoluta approvazione dei Vigili del Fuoco.
Gli edifici vincolati nei grandi centri urbani, per cui vengono investite piccole fortune, spesso non sono stati progettati per ricevere determinate attività commerciali, come detta la prevenzione incendi.
Centro storico di Bologna (fonte: web, 09/04/2020)
Palazzo Kalister a Trieste (fonte: web, 09/04/2020)
Generalmente, infatti, possono incombere due circostanze: l’intervento di ristrutturazione risulta essere grande e molto oneroso, per cui il budget iniziale non è più sufficiente; oppure l’attività principale non può essere praticata, pertanto si necessita di una soluzione alternativa, che non risulti gravosa per il budget a disposizione.
Per spiegare in modo più chiaro la situazione, prendiamo come esempio un ipotetico fabbricato localizzato nel centro di una grande città, che vorremmo possa diventare un albergo.
Il fabbricato presenta cinque piani e un vano scala chiuso al centro. È appoggiato nei tre lati ad altri edifici, senza spazio tra loro.
Entrando nel merito della prevenzione incendi, vediamo quali sono le nostre possibili conformi soluzioni per quanto riguarda l’esodo sicuro degli occupanti.
Secondo il nuovo Decreto Ministeriale di Prevenzione Incendi (DM 18 ottobre 2019), parametro per la progettazione antincendio, le attività soggette alla valutazione dei Vigili del Fuoco devono avere almeno due vie d’esodo indipendenti. Condizione che il nostro fabbricato non soddisfa.
Di primo acchito, la soluzione al problema può sembrare essere l’istallazione di una seconda via d’esodo esterna, oppure la compartimentazione del vano scala, con l’introduzione di un sistema di smaltimento forzato di fumo e calore.
Scartiamo da subito la prima alternativa, in quanto abbiamo detto che l’edificio è attaccato agli edifici vicini e non c’è spazio per l’installazione della via d’esodo esterna.
Resta quindi l’opzione di intervento del vano scala interno. Non è stato poi così difficile arrivare alla soluzione, vero!? E invece no, non è neanche questa la via corretta. La vita ci ha insegnato che nulla è così semplice: ricordiamo che l’edificio è vincolato, pertanto non può apportare modifiche alla struttura interna.
Più problemi compaiono, più denaro deve essere investito per risolverli, vero!? Non sempre! È questa l’opinione comune che vogliamo combattere con la soluzione ingegneristica corretta e professionale.
Generalmente, la percentuale di denaro prevista per il progetto e per il possibile e specifico adeguamento in ambito sicurezza, è molto più bassa rispetto alle altre progettazioni, ad esempio per l’impianto di riscaldamento, l’impianto elettrico e la finitura.
L’ambito sicurezza richiede un budget minimo, visto il requisito legale.
Dunque, la sfida è trovare una soluzione che soddisfi allo stesso tempo sia il progetto archittetonico e strutturale dell’attività, sia un livello accettabile e conforme di sicurezza antincendio. Il tutto con una minima cifra di investimento. È chiaro che non è un compito facile e perciò è importante ricorrere ad un professionista con esperienza nel settore, che non vi faccia perdere tempo…e denaro!
La soluzione al nostro ipotetico caso descritto in questo articolo, che rappresenta facilmente una situazione reale, ci porta alla “soluzione alternativa” contenuta nella normativa.
La “soluzione alternativa” consiste nel dimostrare matematicamente che l’unica via d’esodo presente nel fabbricato sia sufficiente per realizzare l’esodo efficace, sicuro e veloce di tutti gli occupanti in caso di emergenza. La cosidetta “dimostrazione matematica” può essere avverata tramite metodo di calcolo basato sulle norme e studi conosciuti oppure attraverso i modelli di simulazione digitale che si trovano nei moderni software d’oggigiorno.
Oltre alla dimostrazione del successo dell’esodo, l’utilizzo del metodo ingegneristico “alternativo” ci consente di fornire una soluzione che non comporti grandi interventi di ristrutturazione, adeguandosi al minimo budget richiesto.
L’ingegneria si occupa propriamente di questo. Trovare una soluzione che sia in grado di soddisfare le esigenze rispettando le varie peculiarità del progetto e della pianificazione. In altre parole, una soluzione pratica e conveniente per tutti!
Ing. Luiz Vedovello
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